Città d'arte nel cuore della Romagna, Bagnacavallo conserva un singolare centro storico a pianta centrale che si è sviluppata attorno all'antica sinuosa Strada Maestra.
Le prime tracce di insediamento umano a Bagnacavallo risalgono alla tarda Età del Bronzo. Dopo essere stata dominio umbro, etrusco, gallico, passa ai Romani divenendo centro di notevole importanza. Dopo la caduta dell'impero romano, si susseguono le dominazioni gotica, bizantina, longobarda. In epoca medievale, la città è in potere delle signorie locali: noto e duraturo il predominio dei conti Malvicini, ricordati da Dante nel XIV canto del Purgatorio. Dopo il dominio bolognese e faentino, la città passa ai conti di Cunio, ai Manfredi, allo Stato Pontificio e al capitano di ventura Giovanni Acuto. Dal 1440 al 1598 è di proprietà della famiglia d'Este, poi fa parte dello Stato della Chiesa fino all'Unità d'Italia.
Diverse sono le ipotesi sull'origine del singolare toponimo, ricordato dalle fonti solo a partire dal X sec. Qualche antico testo fa riferimento alla presenza di una sorgente d'acqua curativa per i cavalli di cui avrebbe usufruito l'amato destriero dell'imperatore Tiberio. A confermare l'ipotesi starebbe il motto che compare sullo stemma: Ingredior rhoebus, cyllaros egredior ("Entro malato, esco sano"). Più verosimilmente, il toponimo Bagnacavallo ricorda la presenza di un guado in prossimità del primo agglomerato urbano, per attraversare il quale era necessario bagnare le cavalcature.
In pieno centro storico degni di nota sono: il Teatro Comunale C. Goldoni, il settecentesco Palazzo Comunale, Piazza Nuova, l'antico convento di San Francesco e il Vicolo degli Amori. Nella vicina periferia spicca la bella Pieve di San Pietro in Sylvis.